Il “Milleproroghe” è legge, pesano i risultati scolastici sull’accesso a Medicina, Veterinaria e Architettura

  • March 1, 2008 11:18 am

Un Senato già sciolto ha dato in extremis, lo scorso 28 febbraio, la definitiva approvazione al famigerato decretone "Milleproroghe", consueto minestrone di misure della natura più varia che i governi licenziano a fine anno. Tra i vari punti, entra in vigore la riforma dell’accesso ai corsi laurea con numero chiuso imposto dal Ministero: Medicina, Odontoiatria, Architettura, Veterinaria e Professioni sanitarie.
Per tali corsi, sul punteggio massimo di 105 punti, 80 saranno assegnati sulla base del risultato del test d’ingresso e 25 saranno dati agli studenti che avranno conseguito risultati di eccellenza a scuola: a tal fine contribuiranno la media dei voti degli ultimi tre anni (ma solo se non inferiore al 7) e il voto conseguito nell’esame di Stato, a patto che il voto sia nella fascia del 20% dei più alti del proprio istituto, e comunque non più basso di 80/100.

Quando il provvedimento fu emanato dal consiglio dei Ministri si sono sprecate le dichiarazioni volte a elogiare un sistema che dia peso ai risultati della scuola secondaria, altrimenti ridotta a una formalità; ma si ignora lo stato disastroso della scuola italiana, in cui il sistema dei voti non misura affatto reali meriti o potenzialità dello studente, rispondendo molto più spesso a capricci di docenti inadeguati o a fattori contingenti, come le tutt’altro che infrequenti situazioni in cui studenti si ritrovano a cambiare una supplente al mese senza uno straccio di continuità didattica.
Inoltre, dare un tale peso ai risultati degli studi secondari finisce per trasformarli in una condanna: mancata la media del sette o l’ottanta alla maturità, le strade delle professioni mediche, sanitarie e veterinarie o degli studi architettonici sono quasi inesorabilmente sbarrate per tutta la vita. Alla faccia dell’universalità e della libertà del sapere.