No Bush / No War: Assemblea Pubblica Merc23 @Vag61
BOLOGNA CONTRO LA GUERRA
 9 giugno – No Bush No War Day
 Contro la guerra globale permanente di Bush
 Contro l'interventismo militare del governo Prodi
 Appuntamento domenica 20 ore 21 al cs TPO
 in preparazione
 dell'ASSEMBLEA PUBBLICA
 di MERCOLEDI' 23 MAGGIO ORE 21 A Vag61 – Officina dei media indipendenti
 (via Paolo Fabbri 110 / bus 20-28-37)
 VOGLIAMO CHE VENGA GARANTITO DAL GOVERNO DI CENTRO SINISTRA IL NOSTRO
 DIRITTO A MANIFESTARE : CHIEDIAMO QUINDI FIN DA ORA DI POTER RAGGIUNGERE
 ROMA IN TRENO IL 9 GIUGNO!!!
 Costruiamo insieme la più grande mobilitazione possibile per una giornata NO
 BUSH.
 Il presidente Usa, George Bush verrà in Italia il 9 giugno, su invito del
 governo Prodi per ribadire in questo modo la convinta alleanza militare e
 politica dell´Italia con gli Stati Uniti.
 Oggi il presidente Bush ha contro la maggioranza del popolo degli Stati
 Uniti, ma mantiene  l'appoggio delle lobbies militari, petrolifere e
 dell´industria delle armi. Bush è l´estremo interprete della volontà di
 dominio mondiale delle classi dominanti statunitensi, volontà che porta da
 decenni gli USA, indipendentemente dall´alternanza dei governi, ad
 intervenire militarmente ovunque, con truppe, colpi di stato, stragi e
 attentati.
 Questa strategia di dominio, che fa della guerra una vera e propria
 strategia politica con la capacità di esportare conflitti dall´Africa
 all´Asia, dall´America latina alla stessa Europa, produce sudditanza
 politica e culturale.
 In Italia la destra considera Bush il proprio riferimento, ma anche il
 governo Prodi, eletto grazie ai voti del movimento nowar "senza se e senza
 ma", è orgoglioso dell´alleanza con tale amministrazione e si prepara a
 ricevere in pompa magna il presidente Usa a Roma.
 Questa subordinazione caratterizza anche l´organica politica di intervento
 militare che il governo Prodi sta praticando, sia pure nella versione
 "multilaterale", cioè "concertata" con le altre potenze.
 Un´internità alla logica della guerra che spinge a mantenere le truppe in
 Afghanistan, che ha aumentato vistosamente le spese militari (+13% nella
 Finanziaria), che vuole imporre a popolazioni unite nell´opposizione nuove
 basi militari come a Vicenza (ma anche a Cameri e in altri luoghi in via di
 ampliamento), che partecipa alla costruzione di micidiali armi come l´aereo
 da guerra F35 o lo Scudo missilistico, e conserva le bombe atomiche
 disseminate nel nostro territorio, come a Ghedi e Aviano.
 E´ questa subordinazione, politica e culturale, che ha abbandonato una delle
 esperienza più limpide del pacifismo italiano, quella di Emergency, tradita
 e sacrificata al governo Kharzai e ai suoi servizi segreti che detengono
 illecitamente Rahmatullah Hanefi.
 Ma la guerra è guerra indipendentemente dalle bandiere usate per condurla e
 va ripudiata, come il militarismo governativo, che ha riconfermato o
 promosso le missioni belliche.
 Per questo, come tanti e tante in tutto il pianeta e in mille forme, ci
 prepariamo ad accogliere Bush come si accoglie un vero e proprio
 guerrafondaio. Lo facciamo per i torturati di Guantanamo, per i bruciati
 vivi di Falluja, per i deportati, per quelli rinchiusi nei campi di
 concentramento in mezzo mondo. Ma lo facciamo anche per dire che esiste
 un´altra Italia. Un´Italia che vive già in un altro mondo possibile e
 concreto. E´ quella dei movimenti che si battono contro le basi militari,
 contro la devastazione ambientale, per i diritti sociali, contro i cpt. Che
 si battono contro la privatizzazione dell´acqua e la rapina dei beni comuni,
 contro le spese militari e il riarmo globale.
 Il 9 giugno quindi è un giorno importante per la ripresa del cammino del
 movimento no war nel nostro paese.
 Vogliamo il ritiro delle truppe italiane da tutti i fronti di guerra,
 Afghanistan in primis, la chiusura delle basi militari USA e NATO, la
 restituzione di quei luoghi alle popolazioni per usi civili, per giungere
 all´uscita dell´Italia dalle  alleanze militari.
 Esigiamo la rimozione dal territorio nazionale degli ordigni nucleari e
 delle armi di distruzione di massa.
 Diciamo basta alle spese militari, rifiutando lo Scudo missilistico e i
 nuovi aerei da guerra, affinché le decine di miliardi di euro vengano usati
 per la scuola e la sanità pubblica, per i servizi sociali, per il
 miglioramento ambientale.
 Pretendiamo che il governo Prodi ottenga l´immediata liberazione di Hanefi e
 restituisca ad Emergency il suo ruolo meritorio in Afghanistan.
 Proponiamo che la mobilitazione del movimento no-war – che ha già tre tappe
 importanti: la manifestazione contro la progettata base militare a Novara il
 19 maggio oltre a quelle di Aviano e Sigonella; le Carovane contro la
 guerra, che arriveranno a Roma il 2 giugno per protestare contro la parata
 militare sui Fori Imperiali; la mobilitazione europea contro il G8 di
 Rostock-Heiligendamm – culmini il 9 giugno in una grande mobilitazione
 popolare a Roma che faccia sentire a Bush e Prodi l´avversione nei confronti
 delle guerre e delle corse agli armamenti, che DICHIARI IL PRESIDENTE USA
 OSPITE NON GRADITO e faccia sentire a Prodi il ripudio  della guerra e del
 militarismo. Così come recita l´articolo 11 della Costituzione.
 Ci uniamo alla popolazione di Vicenza per ribadire a Bush la più chiara
 determinazione e la più netta opposizione possibile a non consentire la
 costruzione della base di Vicenza.
  Inoltre lanciamo fin da subito la campagna perché sia garantita la
 possibilità a tutti coloro che vorranno manifestare di  raggiungere Roma in
 treno.
 Invitiamo tutti a Roma, il 18 maggio alle ore 17 presso l'Università di Roma
 per discutere di questo appello e preparare insieme la più grande
 mobilitazione possibile per una giornata NO BUSH.
Sottoscrivono l'appello a Bologna:
 Associazione Sinistra Critica Bo, Cobas scuola, Confederazione Cobas,
 Confederazione Unitaria di Base, Coordinamento Migranti Bo, CSC –
 Coordinamento Studentesco Cittadino, Tpo Bologna, Vag61 – Officina dei media
 indipendenti, Rete Comunisti Bo, Rete Disarmiamoli Bo, Rete Ricercatori
 Precari Bologna, Partito comunista dei lavoratori Bo.
