Blitz al Consiglio di Lettere per l’autogestione del percorso formativo
Interrotto questa mattina il consiglio di facoltà di Lettere e Filosofia. Gli studenti hanno preso la parola sul sistema dei crediti formativi, la libertà di scelta del percorso formativo e i numeri chiusi. Presentati i dati emersi dai questionari raccolti dallo Sportello di con-ricerca per l'inchiesta e l'autoformazione. "Dentro questo contesto di ridefinizione si aprono spazi inediti per le pratiche di conflitto e di trasformazione dell' università".
18 maggio 2007 In mattinata il collettivo di Lettere e Filosofia C38, insieme ad altre sigle dell'autorganizzazione studentesca, ha interrotto il consiglio di facoltà per prendere la parola sull'autogestione del percorso formativo. Partendo dai dati emersi dai quattrocento questionari dell'inchiesta condotta da Scia (Sportello di con-ricerca per l'inchiesta e l'autoformazione) gli studenti hanno denunciato i mali dell'università del 3+2 e dei crediti formativi.
"Abbiamo sperimentato in questi anni la costruzione di un modello di università che – come si può leggere sul volantino distribuito nel corso dell'iniziativa – attraverso il meccanismo dei crediti formativi, pretende di misurare i saperi, di quantificarli e di rinchiudere le nostre biografie universitarie dentro piani didattici preordinati. Le 'griglie' con le quali facciamo i conti ogni anno, quando compiliamo il nostro piano di studi, lasciano ben pochi margini di autonomia nella scelta del proprio piano didattico. Il proliferare di esami da 5 crediti, inoltre, ha moltiplicato il numero dei corsi e degli esami, favorendo un processo di parcellazione dei saperi e di frammentazione delle occasioni di approfondimento. Interi corsi di laurea specialistica sono costruiti attorno a corsi da 5 crediti, il che significa corsi di 30 ore di lezioni frontali e 12 esami all' anno!!".
Altri punti dolenti riguardano la libertà di scelta di esami e testi, gli sbarramenti operati attraverso i numeri chiusi e il riconoscimento di seminari autogestiti e pratiche di creazione comune.
Terreni sui quali gli studenti non sono disposti ad arrendersi: "L'università del 3+2 sta vivendo un periodo di transizione e gli atenei, come le singole facoltà, possiedono gradi di autonomia in materia didattica. Dentro questo contesto di ridefinizione si aprono spazi inediti per le pratiche di conflitto e di trasformazione dell' università: tocca a noi moltiplicare gli spazi di autonomia del sapere, i percorsi di autoformazione e affermare il diritto alla mobilità studentesca. Parlare di autogestione del proprio percorso formativo significa provare a tematizzare tutto questo".